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Contadine e politica nel ventennio La Sezione Massaie rurali dei Fasci femminili di Perry R. Willson pubblicato su Italia Contemporanea n. 218 , marzo 2000

La storiografia relativa agli strumenti e ai modi con cui i fascisti cercarono di mobilitare le donne a favore del partito e della nazione finora si è principalmente incentrata sull’organizzazione delle giovani e sulle iscritte — per lo più del ceto medio — ai Fasci femminili. La vasta organizzazione di donne contadine di cui tratta l’articolo — la Sezione Massaie rurali dei Fasci femminili — invece non è stata praticamente oggetto di alcuna attenzione. Fondata nel 1933 come parte dei sindacati fascisti dei lavoratori agricoli, l’anno successivo, per sottolinearne il ruolo eminentemente politico, fu assorbita direttamente dal Pnf come sezione speciale dei Fasci femminili. Le sue iscritte, inizialmente scarse, crebbero gradualmente fino a raggiungere l’impressionante cifra di 2 milioni e mezzo, nel 1942; per la maggioranza si trattava di donne che mai prima avevano fatto parte di un’organizzazione politica. L’articolo, basato sulla stampa dell’epoca e su fonti d’archivio, esamina obiettivi e ideologia di questa enorme organizzazione e i suoi programmi di attività, molti dei quali riguardavano l’istruzione pratica nelle tecniche di coltivazione importanti per il ruolo delle donne nelle famiglie di mezzadri e piccoli proprietari, come l’allevamento di polli e conigli, l’orticultura e anche nell’economia domestica. Il programma di istruzione tecnica, comunque, dai fascisti era ritenuto secondario rispetto al ruolo politico dell’organizzazione, e tutte le attività di quest’ultima erano permeate da una buona dose di propaganda politica. Da ultimo, l’articolo prende in esame alcune delle svariate ragioni per cui un numero così ampio di donne si iscrisse all’organizzazione nonché le tecniche di reclutamento — che includevano sia il bastone sia la carota — utilizzate dalle organizzatrici fasciste per indurre le donne a iscriversi. Né sono trascurati le ragioni delle significative variazioni regionali nelle percentuali di iscritte e i modi in cui le stesse fasciste cercarono di adattare le modalità di reclutamento alle diverse condizioni locali.


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