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“Era il nostro terrore”. Un’indagine sul mito di Pippo di Alan R. Perry pubblicato su Italia Contemporanea n. 225 , dicembre 2001

Durante l’occupazione tedesca dell’Italia del Nord, tra il 1943 e il 1945, la gente del popolo faceva ogni giorno i conti con la paura. I bombardamenti alleati martellavano le città, i nazifascisti conducevano una spietata guerra civile e il cibo diventava sempre più scarso. Al calare delle tenebre, il terrore s’ingigantiva. Un misterioso aeroplano solcava il cielo buio, ossessionando con il suo sordo ronzio migliaia e migliaia di persone, convinte di essere, proprio loro e i loro cari, le vittime designate della sua caccia notturna. Così puntuale e assillante era l’invisibile presenza di questo apparecchio, da fargli ben presto guadagnare il popolare nomignolo di Pippo. Nessuno sapeva ben dire se fosse tedesco o alleato, monomotore o bimotore, se sganciasse bombe di piccole dimensioni o quale fosse l’obiettivo principale delle sue missioni, ma Pippo incombeva come uno spettro notturno, garanzia del mantenimento dell’ordine e insieme comoda testa di turco per ogni e qualsiasi danno di guerra. Nel 1990 Raitre produsse la serie televisiva La mia guerra, invitando gli italiani a mandare per lettera i loro ricordi di quel periodo. Nella miriade di testimonianze pervenute, il fenomeno Pippo risalta con palpitante evidenza. Curioso che sinora la storiografia ufficiale si sia occupata così poco di un "personaggio" rimasto ben vivo nella memoria popolare della generazione della seconda guerra mondiale. Lettere, diari, racconti ci permettono di sondare a fondo la vicenda di Pippo. Il presente lavoro ritesse la trama di questa memoria popolare con l’ordito della propaganda fascista e dei documenti dell’Aeronautica militare americana, nell’intento di sfatare i miti che ancora circolano sull’argomento, riproponendo il Panopticon di Bentham quale schema teorico per comprendere come la paura di Pippo esprima al meglio il senso di claustrofobia provato allora da moltissimi italiani davanti agli orrori della guerra.


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