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La propaganda razzista e antisemita di uno ‘scienziato’ fascista. Il caso di Lidio Cipriani di Francesca Cavarocchi pubblicato su Italia Contemporanea n. 219 , giugno 2000

L’articolo intende presentare due aspetti precisi della multiforme attività accademica e pubblicistica di Lidio Cipriani: da una parte l’adesione al Manifesto della razza e più in generale l’attiva partecipazione alla politica razziale all’interno dell’Ufficio studi del Minculpop, dall’altra il ruolo svolto nella campagna propagandistica che accompagnò prima l’‘avventura’ imperiale del fascismo e poi la svolta antisemita del 1938. Partendo dagli ultimi studi sulla gestazione del Manifesto, si è tentato di approfondire alcuni passaggi, in modo da pervenire a una più precisa definizione delle posizioni teoriche e dei contributi che si intrecciarono nella sua elaborazione; è parso inoltre interessante seguire, attraverso i movimenti e le proposte spesso velleitarie dell’antropologo fiorentino, le vicende di un organismo che ha destato finora scarsa attenzione a causa delle sue modeste competenze operative. L’Ufficio studi del ministero della Cultura popolare può tuttavia essere considerato una cartina al tornasole della complessa parabola del razzismo fascista, sia per la densità di proposte e di iniziative che mise in campo, sia per i nomi che si alternarono alla sua direzione, espressione delle ‘sensibilità’ via via egemoni (da quella ‘biologica’ a quella ‘spirituale’ a quella ‘evoliana’). Si è creduto opportuno fornire un quadro dell’attività pubblicistica di Cipriani suddividendola per filoni tematici, poiché in poco spazio si sarebbe offerta una geografia alquanto imperfetta delle sue numerose collaborazioni, diversificate sia per taglio che per tipologia dei periodici (dal "Corriere della Sera" a "Gerarchia", dall’"Illustrazione italiana" all’"Azione coloniale"). La breve introduzione biografica intende sottolineare come Cipriani abbia saputo ritagliarsi un ruolo tutt’altro che marginale all’interno dell’istituzione accademica, grazie soprattutto a forti coperture politiche e ad una lungimirante gestione del proprio personaggio.


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