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Resistenza e repubblica. Un dibattito ininterrotto di Massimo Legnani pubblicato su Italia Contemporanea n. 213 , dicembre 1998

L’articolo, scritto per un pubblico spagnolo, è una rassegna critica del dibattito storiografico sulla transizione dal fascismo alla repubblica, fondata sull’ipotesi di una stretta connessione tra le sue varie fasi e quelle via via determinatasi nella situazione politica del paese, a partire dagli anni a ridosso degli avvenimenti fino ai novanta. Dopo aver ripercorso sinteticamente l’itinerario attraverso cui prende corpo il regime repubblicano negli anni 1943-1947, conclusosi con la rottura della coalizione antifascista, l’autore mette in evidenza come le diverse visioni della Resistenza e della nascita della repubblica degli studiosi cimentatisi col tema già nei primi anni cinquanta aderiscano ai termini molto aspri della lotta politica e valgano innanzitutto come conferma delle scelte compiute da ciascun partito. Dalla fine degli anni sessanta ha luogo invece un profondo rinnovamento degli studi. Si definisce un’area di dibattito strutturata sugli incroci tra i rivolgimenti politici (dall’Italia liberale, a quella fascista, a quella repubblicana) e le persistenze ravvisabili a livello di aggregazioni economiche, gerarchie sociali, apparati pubblici. Su questo sfondo si inserisce anche l’opera Resistenza e storia d’Italia di Quazza. Il confronto sull’asse continuità/rottura si esaurisce negli anni ottanta: la storiografia sulla Resistenza si inoltra in analisi interne al movimento (di cui è esemplare l’opera di Pavone sulla “moralità della Resistenza”). Il dibattito sulle “origini” torna di attualità con lo scontro culturale e politico connesso alla cosidetta crisi della prima repubblica. La critica ora è rivolta a contestare la legittimità dei rivolgimenti simboleggiati dall’avvento della repubblica, postulando un rapporto di filiazione tra sbocco della transizione degli anni quaranta e crisi del sistema politico dei novanta. (p.r.)


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