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L'opinione popolare italiana di fronte alla guerra d'Etiopia di Paul Corner pubblicato su Italia Contemporanea n. 246 , marzo 2007

Gli anni della conquista dell’Etiopia (1935-1936 ) sono spesso considerati come il culmine del consenso al regime fascista. In quest’articolo, concernente l’umore delle masse nell’Italia del tempo quale risulterebbe dagli archivi di polizia e di partito, si sostiene che, pur essendoci in taluni settori della società un indubbio consenso verso la guerra, in taluni altri settori si sarebbero invece nutriti forti dubbi e profonde diffidenze. Dal vaglio di avvenimenti quali la grande adunata nazionale del 2 ottobre 1935, alla vigilia dell’invasione, la Giornata della fede del dicembre 1935 e le reazioni nel paese a guerra finita, l’A. giunge alla conclusione che molta gente comune in Italia sarebbe rimasta tutt’altro che convinta da un imperialismo assolutamente incapace di mantenere le sue grandi promesse. Così, il tanto vantato “entusiasmo spontaneo” per la guerra sarebbe stato in buona parte fabbricato ad arte dallo stesso regime, con la gente costretta a inscenare la sua entusiastica partecipazione ai pubblici rituali imposti dall’alto, pur in molti casi dubitando che la guerra, la conquista dell’Etiopia e la conseguente rottura degli equilibri europei potessero arrecare duraturi benefici all’Italia e agli italiani. Diversamente dai tedeschi sotto Hitler, molti italiani sarebbero rimasti poco convinti della politica espansionistica del fascismo, trovando difficile credere che l’Impero potesse risolvere i problemi di un popolo più che altro angustiato dalle difficoltà della vita quotidiana.


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