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    Giornata della Memoria: incontro all'Istituto "G. Bearzi" con la testimone Arianna Szörenyi

    UDINE
    martedì 27 gennaio 2015, ore 09:00

    Martedì 27 gennaio, presso  la palestra dell'Istituto Salesiano "G. Bearzi" di Udine, in via Don Bosco 2, si svolgerà l'incontro con Arianna Szörényi, la quale riporterà agli studenti la sua testimonianza di giovane sopravvissuta ai campi di concentramento.

    L'incontro, organizzato in collaborazione con l'Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, conclude il percorso didattico “Sulle strade del ricordo. Imparare la Shoah”, coordinato dalla prof.ssa Chiara Fragiacomo insieme alle classi terze della scuola secondaria di primo grado  e  inserito nel progetto educativo  SAVÊ promosso dal Comune di Udine.

    Articolazione dell'evento:
    Ore 9.20 - Saluti di don Igino Biffi, Direttore dell'Istituto "G. Bearzi", dei rappresentanti del Comune di Udine e dell'Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione. - Apre l'incontro il prof. Luigi Raimondi Cominesi, autore del saggio "Dossier Szörenyi",  Olocausto di una famiglia, pubblicato su "Storia Contemporanea in Friuli" n°19, anno XVIII -1988.
    - Arianna Szörenyi  incontra le classi della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado dell' Istituto "G. Bearzi" , dell'Istituto "Don Bosco" di Pordenone, dell'Istituto "S. Maria degli Angeli" di Gemona del Friuli, del Collegio "Dimesse" di Udine.
    Ore 11.30 - Arianna Szörenyi incontra le classi dell'Istituto Tecnico (ITI e ITM) e del Centro di Formazione Professionale (CFP)  dell'Istituto " G. Bearzi".
    Arianna Szörényi, nel corso degli anni, ha raccontato più volte la sua esperienza rilasciando interviste e testimoniando nelle scuole; infine, nel 2014, ha deciso di mettere per iscritto la sua storia, dando ancora prova di un mirabile sforzo, costante e doloroso di testimoniare la terribile esperienza della deportazione. (Una bambina ad Auschwitz, a cura di Mario Bernardi, Milano, Mursia, 2014). Arianna nasce a Fiume nell’aprile del 1933 da padre ebreo, ma la madre cresce gli otto figli secondo la fede cattolica. Alla fine del 1943, la famiglia si trasferì a San Daniele del Friuli dove il 16 giugno del 1944, in seguito a una delazione, fu prelevata dai tedeschi. Arianna aveva allora undici anni e per sei giorni rimase prigioniera in una cella della Risiera  di San Sabba, a Trieste. In seguito, con i familiari fu deportata ad Auschwitz. In un primo momento, la ragazzina visse in un block accanto alla madre e alle sorelle, ma una selezione successiva la destinò al Kinderblock; qui Arianna apprese le piccole accortezze che le salvarono la vita, anche se ormai era completamente sola. In un’intervista, rilasciata tempo fa, dichiarò: “Da una parte ero abbastanza bambina per non rendermi conto di tutto quello che vedevo, dall’altra parte ero istintivamente matura per sviluppare l’istinto di conservazione. Bisognava pur vivere”. Nel dicembre 1944, a causa dell'imminente arrivo degli Alleati, il campo fu evacuato e Arianna fu coinvolta nella Marcia della morte, cioè  nel trasferimento di migliaia di prigionieri nei lager all'interno della Germania. Fu così che Arianna raggiunse Ravensbrück e in seguito il campo di Bergen - Belsen che nell’aprile  del 1945 fu liberato. Dopo cinque mesi, Arianna rientrò in Italia sperando di poter riabbracciare i suoi cari, ma l’aspettava solo il fratello Alessandro (Dino). Iniziò un altro periodo difficile, l’inserimento in un orfanotrofio di San Daniele che lasciò solo nel 1952, all’età di diciannove anni. immagine-ereeeeeee  

    Tipologia: Conferenza. Eventi e News. Formazione. Giorno della memoria. Istituti associati. Progetto. Ricorrenze.

    Notizia inserita da: Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione

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