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Quale memoria per l’Europa?

12 novembre 2019 ore 17
Casa della memoria
Via Federico Confalonieri 14, Milano

Quale memoria per l’Europa?

Una discussione sulla risoluzione del Parlamento europeo “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”

Ne discutono
Prof. Guido Crainz, Prof. Filippo Focardi, Prof. Piero Graglia, on. Alessia Maria Mosca e Prof.ssa Antonella Salomoni

Presiede
Prof. Paolo Pezzino

 

Il 19 settembre 2019 il Parlamento europeo ha approvato a grandissima maggioranza la risoluzione intitolata “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”. La risoluzione sottolinea l’”importanza vitale” che per l’”unità dell’Europa” rivestono la ”memoria delle vittime dei regimi totalitari” e il “riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo”. Rintraccia nel patto Ribbentrop-Molotov l’origine della seconda guerra mondiale, invita gli Stati membri a celebrare il 23 agosto come “Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari” e a perseguire penalmente i responsabili dei crimini nazisti e comunisti. Chiede di istituire una “Giornata internazionale degli eroi della lotta contro il totalitarismo”; perora la creazione all’interno dell’Unione di una “cultura della memoria condivisa”, la quale “respinga i crimini dei regimi fascisti e stalinisti”, come strumento per “promuovere la resilienza alle moderne minacce alla democrazia”.

Fra tali minacce la risoluzione fa esplicito riferimento alla Russia di Putin, accusata di condurre una “guerra di informazione contro l’Europa democratica” attraverso l’esaltazione del “regime totalitario sovietico” e l’insabbiamento dei suoi crimini. Contro questo atteggiamento, la Commissione europea è invitata ad attivarsi, mentre la “società russa” è sollecitata “a confrontarsi col suo tragico passato”. La risoluzione contiene anche una netta condanna del “revisionismo storico” che riabilita il collaborazionismo filo-nazista ed esprime preoccupazione per i segnali di un “ritorno del fascismo” in Europa e per le crescenti espressioni di antisemitismo, razzismo e xenofobia.

La sua pubblicazione ha suscitato reazioni molto negative, soprattutto in alcuni paesi dell’Europa occidentale, come l’Italia e la Francia, in cui associazioni, storici e intellettuali legati alla tradizione della Resistenza antifascista hanno manifestato preoccupazione leggendo nella risoluzione la volontà di costruire la memoria comune dell’Europa su un modello antitotalitario che assimila i crimini del comunismo a quelli del nazismo, trascurando il ruolo fondamentale dell’Unione Sovietica nella sconfitta della Germania nazista.

Alcuni hanno rilevato uno spostamento del baricentro della memoria dell’Unione europea in direzione delle rivendicazioni avanzate dai paesi dell’Europa centrale e orientale, che da tempo invitano a fare i conti con il retaggio dei regimi comunisti. In questione è stato anche posto l’uso politico della risoluzione, rivolta esplicitamente contro la Russia di Putin.

Che cosa contiene davvero il testo della risoluzione? Da dove nasce? Quali sfide politiche e quali interessi si profilano dietro a questa presa di posizione del Parlamento europeo? E’ auspicabile una “memoria europea condivisa”? Quali contenuti essa potrebbe o dovrebbe avere? Quale ruolo ha la memoria della Resistenza e dell’antifascismo nell’Europa di oggi? Come affrontare il tema della memoria dei crimini del comunismo?

Sono questi alcuni degli interrogativi su cui l’Istituto nazionale Ferrruccio Parri ha chiamato a confrontarsi alcuni studiosi il 12 novembre 2019, a partire dalle ore 17, alla Casa della memoria di Milano.

Con il contributo di