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Una costruzione a priori di Agostino Bistarelli pubblicato su Italia Contemporanea n. 276 , dicembre 2014

I tre interventi sono preceduti da un’introduzione di Alessandro Casellato e Toni Rovatti. Frediano Sessi (Lo storico e la seduzione del successo mediatico) sostiene che Luzzatto utilizza un episodio della storia della banda Bachi-Levi — un presunto caso di giustizia sommaria di due adolescenti inermi, sproporzionata rispetto alla colpa — come fatto emblematico di una situazione che si potrebbe generalizzare, vale a dire, di un eccesso di giustizialismo e violenza tra i partigiani, e cerca di dimostrare quanto sia azzardata la ricostruzione che sottende un silenzio colpevole di Levi sull’accaduto. Agostino Bistarelli (Una costruzione a priori) riflette sul problema storiografico enunciato da Luzzatto, evidenziando alcune lacune nella coerenza interna del lavoro e l’assenza di riferimenti fondamentali alla letteratura scientifica sul tema, che rendono debole e forzata l’interpretazione dell’autore, la quale così risulta una “costruzione a priori” dovuta allo scorretto uso delle fonti. Alberto De Bernardi (Un contributo per discutere e scrivere la storia della Resistenza e della repubblica), dopo aver affermato che, se l’intento dell’autore fosse stato quello di approfondire la complessità del dramma umano del partigiano Levi rispetto all’evento, egli avrebbe fallito, legge invece il volume come una microstoria della Resistenza. In quest’ottica, il lavoro di Luzzatto è, a suo avviso, un invito e un contributo alla discussione di alcune questioni nodali della nostra storia repubblicana.

L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - Una costruzione a priori


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