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Una città contro. La polemica Napoli-Malaparte nel secondo dopoguerra di Luigi Parente pubblicato su Italia Contemporanea n. 215 , giugno 1999

Napoli fu, è noto, la prima grande città europea a liberarsi dai tedeschi con la rivolta delle Quattro giornate (28 settembre-1 ottobre 1943) e, successivamente occupata dagli angloamericani, divenne un grosso rest-camp metropolitano con tutti i problemi inerenti al difficile rapporto occupanti-occupati. Le insostenibili condizioni di vita di una popolazione affamata e disoccupata alla quotidiana ricerca di lavoro, insieme alla disgregazione morale e sessuale di una società conquistata dai dollari dei soldati della Quinta armata, sono protagoniste de La pelle di Curzio Malaparte, la cui pubblicazione nell’autunno 1949 dette inizio a una violenta battaglia politica e culturale a livello sia istituzionale amministrativo sia pubblicistico nei confronti dello scrittore toscano, reo di offesa morale alla tradizione storica della città. Oltre che del clima d’intolleranza della guerra fredda, la polemica Napoli-Malaparte risentì dell’ideologia dell’autonomismo della destra monarchica e qualunquista, derivante dal concetto piccolo borghese di "napoletanità", nostalgico mito del regno delle Due Sicilie e dei sedicenti primati economici e tecnici del governo borbonico. Sulla base di documenti amministrativi e della pubblicistica nazionale e locale dell’epoca, il presente saggio analizza sia le posizioni e il comportamento dei partiti di destra (monarchici, qualunquisti, missini) promotori di questa caccia alle streghe, sia la scarsa originalità della lettura del romanzo proposta dalla sinistra (comunista e socialista) la quale sostanzialmente finì per convergere sulle scelte censorie e conservatrici del fronte ‘vandeano’. Degna di nota fu invece la posizione del Partito d’azione, il cui rappresentante Fermariello darà una lezione di metodo democratico applicato alla letteratura, sostenendo il bisogno di indagare "i giorni della peste" senza falsi moralismi e facili pregiudizi, ma con reale senso storico.


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