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"Pericoloso per l’ordinamento democratico dello Stato" Ordine pubblico e vigilanza politica a Latina 1948-1956 di Stefano Mangullo pubblicato su Italia Contemporanea n. 274 , aprile 2014

Attraverso un caso di studio territoriale - la provincia di Latina, a sud di Roma - il saggio esamina le strategie e i mezzi impiegati in Italia fra il 1948 e il 1956 come risposta alla percezione di un pericolo, rappresentato dal Partito comunista italiano (Pci). Dall’analisi emerge un nesso funzionale molto stretto negli anni del centrismo tra continuità e discontinuità rispetto al fascismo e all’età liberale: in un contesto politico e istituzionale che presentava infatti forti elementi di rottura con il passato, la continuità di apparati e funzionari preposti al controllo dell’ordine pubblico fu giudicata necessaria dalle forze di governo per difendere e consolidare le istituzioni democratiche. Strumenti ben collaudati come il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) del 1931 e il Casellario politico centrale (Cpc) vissero così una sorta di seconda giovinezza, contribuendo a caratterizzare in senso autoritario la cosiddetta democrazia protetta: il primo operò in superficie per limitare e circoscrivere gli spazi pubblici a disposizione del Pci; il secondò funzionò nell’ombra come strumento di vigilanza sui singoli, dirigenti e attivisti, appartenenti al partito e al sindacato di classe.

L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - "Pericoloso per l’ordinamento democratico dello Stato" Ordine pubblico e vigilanza politica a Latina 1948-1956


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