Seleziona una pagina

8 settembre 1943

Percorso tematico legato al 70° anniversario della Resistenza.
–> Visualizza gli altri

Logo 70

1943-1945: gli anni della Resistenza ai nazifascisti, dall’armistizio dell’8 settembre 1943 alla Liberazione del 25 aprile 1945. L’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, sia come ente nazionale che come associazione degli Istituti della Resistenza italiana, organizza e propone una serie di appuntamenti per ripercorrere, studiare e celebrare gli avvenimenti di 70 anni fa.

Il proclama del Maresciallo Badoglio

Ore 19.42: dagli studi dell’Eiar di via Asiago, il capo del governo Maresciallo Badoglio dà agli italiani l’annuncio (con messaggio registrato) dell’armistizio con gli angloamericani Nel filmato: la prima pagina del Corriere della sera del 9 settembre 1943

L'8 settembre su RadioTre: il podcast

Il podcast della trasmissione a cui ha partecipato il Direttore scientifico dell’INSMLI Marcello Flores. Dal sito di RadioTre

radio3

L'esercito di fronte all'armistizio: lettera dell'ufficiale De Gregori alla moglie

Lettera dell’Ufficiale del Regio esercito italiano Francesco De Gregori alla moglie – 14 settembre 1943

Firenze 14 settembre 1943 – Albergo Fenice

Mia piccola cara, oggi sono di fronte a questo dilemma: o presentarmi nel termine di 24 ore al Comando Territoriale di Firenze, che obbedisce ai tedeschi, o darmi alla macchia per mantenermi fedele al mio giura- mento. In ambedue i casi non potrei essere utile a voi, che dovete ormai vivere una vita indipendente dalla mia. Perciò io scelgo la via dell’onore, anche se è la più ardua, anche se mi può portare alla fu- cilazione. In questo caos inestricabile, guai se perdiamo l’unica e ultima luce che può rischiarare il nostro cammino; questa luce è l’Italia, che se anche, per noi, è stata soltanto un calvario, del quale io sono ormai vicino alla vetta, potrà un giorno essere la terra felice dei nostri figli e dei figli dei nostri figli. Ma questa loro futura possibilità dobbiamo essere noi a conquistarla. La nostra unione, mio amore, è cominciata lì sotto le mura del Vescovato di Udine, da allora, questa nostra unione ci ha dato gioie e tormenti, ma da ogni gioia e da ogni tormento ne è uscita più forte e più viva. Io ti ringrazio dell’amore che tu mi hai dato, del tuo cuore che per cinque anni ho sentito palpitare nelle mie mani. Di averti conosciuta, io ringra- zio Dio, e sii certa che l’ultimo pensiero dell’ultimo istante della mia vita non puoi essere che tu. Oggi io sono lontano da te, ma questa lontananza è nulla in confronto a quella che ci separerà domani._ Io sarò un fuori legge che vivrà sui monti la sua vita dura, col pensiero inutilmente nostalgico volto a una casa lontana dove forse saranno entrati gli orrori della guerra. Tutte le sofferenze e i pericoli mi sono davanti e potranno farmi cadere. In questo caso tu riceverai questa lettera. A lei affido la mia benedizione per te per Anna, per Pier Luigi; l’augurio che nella vostra casa, dov’io non sarò più che un ritratto, torni, dopo il lutto, la luce della pace e della felicità. Addio piccolo amore dei giorni più belli, addio. Ti offro in questo momento, bagnati di pianto, tutti i ricordi più belli del nostro amore straordinario. Tuo Franco


Biografia di Francesco De Gregori

Di anni 34. Nato a Roma il 10 giugno 1910. Sposato, padre di due figli. Di professione Ufficiale del Regio esercito. Frequenta l’Accademia militare di Modena e, dopo averla terminata con profitto, entra a far parte dell’8º Reggimento alpini, impiegato nelle campagne in Jugoslavia, Grecia ed Albania. Ammalatosi in guerra, viene rimpatriato. Promosso a Capitano, dopo un breve periodo di insegnamento alla Scuola militare di Bassano, ritorna sul fronte albanese, in qualità di addetto allo Stato Maggiore dell’VIII Corpo d’Armata. All’annuncio dell’armistizio si trova a Firenze. Il 14 settembre, dall’albergo Fenice scrive alla moglie una lettera in cui manifesta tutti i suoi dubbi sulla decisione da prendere: “Mia piccola cara, oggi sono di fronte a questo dilemma: o presentarmi nel termine di 24 ore al Comando Territoriale di Firenze, che obbedisce ai tedeschi, o darmi alla macchia per mantenermi fedele al mio giuramento”. Rifiutatosi infine di collaborare coi nazifascisti, si sposta in Friuli per organizzare le prime sacche di Resistenza armata in val Pesarina. Nel marzo del 1944 rientra ad Udine, dove risiedeva, e trova ad attenderlo la cartolina di richiamo alle armi inviatagli dalle autorità della R.S.I. (Repubblica sociale italiana), a cui però decide di non obbedire. Ritornato in montagna, nell’agosto del 1944 diventa comandante della 1ª Brigata Osoppo, che riorganizza dopo i rastrellamenti del settembre 1944, trasformandola in Gruppo Brigate Osoppo dell’Est. Nel dicembre del 1944, la già difficile situazione interna al movimento di liberazione friulano si aggrava a causa delle tensioni tra i partigiani osovani e garibaldini, che sfociano nell’episodio della strage di Porzûs. Il 7 febbraio 1945 alcuni partigiani garibaldini circondano le baite alle Malghe Topli Uork (poi dette “di Porzûs”) in cui ha sede lo Stato Maggiore delle formazioni Osoppo. Catturato, De Gregori è immediatamente passato per le armi assieme a Gastone Valente (delegato politico del Partito d’Azione) ed Elda Turchetti (segnalata come spia da Radio Londra e recatasi alle Malghe per chiarire la sua posizione). Anche la giovane recluta Giovanni Comin perde la vita durante un tentativo di fuga, mentre Aldo Bricco, giunto a Porzûs per sostituire proprio De Gregori (destinato ad altro incarico), riesce a mettersi in salvo malgrado le ferite. Gli altri componenti del comando di brigata vengono tutti fatti prigionieri e condotti al Bosco Romagno (nel comune di Cividale de Friuli, UD) per essere interrogati. Nei giorni seguenti, tra l’8 e il 20 febbraio 1945, verranno quasi tutti uccisi in diverse località della zona e due soltanto saranno invece risparmiati. Dopo la liberazione, a Francesco De Gregori è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Cino Moscatelli e l'aiuto ai soldati alleati e italiani dopo l'armistizio

Cino Moscatelli, promotore e organizzatore della Resistenza in Valsesia, parla dell’aiuto fornito ai prigionieri alleati e ai militari italiani dopo l’armistizio.

volume-dell&-39


Pubblicata sul sito dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia logoIstituto