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    Didattica. I processi ai criminali nazisti: la Fondazione incontra 200 studenti di Bologna

    BOLOGNA
    giovedì 07 aprile 2022, ore 15:15

    Bologna, 7 aprile 2022. La Fondazione Memoria della Deportazione ha organizzato un incontro con 200 studenti delle classi quinte del Liceo Laura Bassi di Bologna sul tema Da Walter Reder a Theodor Saevecke. I processi ai criminali nazisti: un contributo alla storia e una lezione di educazione civica. Hanno parlato Daniele Susini (Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea della Provincia di Rimini) e Massimo Castoldi (Fondazione Memoria della Deportazione). L’incontro è rientrato in un progetto più vasto realizzato dalla scuola sotto la guida della prof. Luchita Quario, con la consulenza della Fondazione Memoria della Deportazione, sulle vicende di Marzabotto e con uno sguardo particolare sui bambini di Monte sole.

    Walter Reder e Marzabotto

    Daniele Susini ha ricostruito brevemente la biografia di Walter Reder, le sue responsabilità in Italia, le vicende del suo processo, della sua condanna nel 1951, della sua prigionia e della sua liberazione nel 1985. Si è soffermato anche sulla ritrattazione della sua richiesta di perdono, che fu strumentale soltanto a favorirne la liberazione. Daniele Susini, autore del recente volume Ti racconto Marzabotto, scritto insieme a Franco Lautizi, il bambino sopravvissuto alla strage, e con una prefazione di Martin Schulz (DeAgostini 2022), ha raccontato anche come Franco si fosse negli anni rapportato al processo e alla prigionia del criminale nazista.

    L’Armadio della vergogna e l’articolo 112 della Costituzione

    Massimo Castoldi, riprendendo il titolo dell’intervento, ha voluto sottolineare l’importanza dei processi ai nazisti come lezione di educazione civica e come opportunità per lo storico. Ha ricordato e commentato l’articolo 112 della Costituzione italiana, che dichiara che “Il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale”, ricordando quanto disse e scrisse in proposito Gianfranco Maris, fondatore e primo presidente della Fondazione Memoria della Deportazione, circa l’obbligatorietà dell’azione penale riguardo i processi contro i responsabili nazisti degli eccidi sul territorio italiano tra 1943 e 1945. Ha ricordato l’occultamento di quasi tutti i fascicoli di indagine relativi ai crimini di guerra commessi in quel periodo e le vicende storiche e giuridiche del cosiddetto “Armadio della vergogna” e della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell’occultamento.

    Il processo a Theodor Saevecke e il lavoro dello storico

    Con riferimento alla realtà milanese Castoldi si è soffermato sui vertici del comando tedesco nella Milano occupata e sul tardivo processo a Theodor Saevecke, capitano della SIPO-SD (Polizia e Servizio di Sicurezza) tedesca in Lombardia durante l’occupazione, condannato all’ergastolo soltanto nel 1999, quando i suoi diretti superiori (Walter Rauff, ma anche Karl Friedrich Otto Wolff ) erano morti e quindi non potevano più essere processati. Ricordando ancora il ruolo svolto da Gianfranco Maris, come avvocato di parte civile nel processo, ha segnalato e illustrato l’importanza delle carte processuali per la ricostruzione storica, spiegando brevemente quanto e in che misura questi materiali  possano aiutare il laboratorio dello storico. “La ricchezza dei materiali contenuti nei fascicoli processuali”, ha spiegato Castoldi, “consente di poter esaminare documenti e soprattutto testimonianze, spesso anche in contraddizione tra loro. Da ciò parte il lavoro dello storico, che deve saper far dialogare le fonti e mai fondare la propria ricostruzione su un unico documento o su una sola narrazione”.

    Tipologia: Educazione alla cittadinanza. Eventi e News. Formazione. Istituti associati.

    Notizia inserita da: Fondazione Memoria della deportazione archivio biblioteca "Pina e Aldo Ravelli"

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