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PERSONAGGI STORICI E PERSONE COMUNI
La Resistenza di Leone Ginzburg

Martedì 28 aprile ore 18

Casa della Memoria
Via Confalonieri 14
Milano

Presentazione del romanzo di

ANTONIO SCURATI
IL TEMPO MIGLIORE DELLA NOSTRA VITA

Intervengono
Filippo Del Corno (Assessore alla Cultura del Comune di Milano
Claudio Silingardi (Direttore Generale dell’INSMLI)
Sarà presente l’autore

Leone Ginzburg nel database ''Ultime lettere''

fotoGinzburg

Biografia: Di anni 34. Nato il 4 aprile 1909 a Odessa, in Ucraina. Di famiglia ebraica, sposato e padre di 3 figli. Si trasferisce in Italia da bambino e frequenta le scuole elementari a Viareggio (LU). Dopo una breve parentesi a Berlino (due anni), all’inizio degli anni Venti si stabilisce a Torino. Diplomatosi al Liceo “Massimo D’Azeglio”, si iscrive alla Facoltà di Legge dell’Università, ma dopo appena un anno passa a quella di Lettere. Laureatosi nel 1931, ottiene subito la libera docenza di letteratura russa. Nel 1932 si reca a Parigi con una borsa di studio ed ha così modo di conoscere Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini. Rientrato in Italia, nel 1933 è tra i fondatori della Casa editrice Einaudi, assieme allo stesso Giulio Einaudi e ad altri ex-allievi del D’Azeglio, tra cui Massimo Mila, Norberto Bobbio e Cesare Pavese. Nel gennaio del ’34 il suo rifiuto di prestare giuramento al regime fascista gli costa l’esonero forzato dall’insegnamento e l’estromissione dall’Università. Entrato già da qualche tempo a far parte di “Giustizia e Libertà”, dopo questo episodio intensifica la sua attività in seno al movimento, ma nel marzo dello stesso 1934 viene arrestato e condannato dal Tribunale speciale a quattro anni di reclusione, da scontare nel penitenziario di Civitavecchia (RM). Scarcerato nel 1936 grazie ad un’amnistia, per le autorità fasciste rimane comunque un sorvegliato speciale, tanto che gli viene impedita ogni partecipazione a qualsiasi attività pubblicistica. Nonostante questo Ginzburg continua lavorare alla Einaudi, divenendone di fatto, anche se non ufficialmente, il primo direttore editoriale. Nel 1938 si sposa con Natalia Levi. Quello stesso anno, la promulgazione delle leggi razziali gli toglie la cittadinanza italiana. Nel 1940, in concomitanza con l’entrata in guerra dell’Italia, è giudicato un elemento troppo pericoloso per la stabilità del regime e viene perciò confinato a Pizzoli (AQ), come internato civile, assieme alla moglie ed ai figli. Tornato in libertà con la caduta di Mussolini, nell’estate del 1943 Ginzburg si trasferisce a Roma, dove diviene uno degli animatori del Partito d’Azione, nonché uno degli organizzatori delle prime formazioni “Giustizia e Libertà”. Dalla tipografia clandestina di Via Basento si occupa inoltre dell’edizione e della pubblicazione di “Italia Libera”, il giornale del PdA. E ’ proprio qui che, il 19 novembre 1943, la polizia fascista fa irruzione e lo arresta. Sui documenti falsi che egli ha con sé è scritto il nome “Leonida Gianturco”, ed è perciò in questo modo che viene registrato al penitenziario di Regina Coeli. All’inizio di dicembre tuttavia la sua identità viene scoperta: il giorno 9 è trasferito nella sezione del carcere controllata dai tedeschi, in cui sono rinchiusi i prigionieri politici. Nei due mesi successivi viene sottoposto a continui interrogatori, torture e percosse che ne minano irrimediabilmente la salute. Ridotto in fin di vita, si spegne il 5 febbraio 1944 all’interno della sua cella. Sul muro dell’edificio che ospitava la tipografia clandestina in cui fu catturato, in via Basento 55 a Roma, una lapide che lo ricorda così: “Un agguato poliziesco/nella tipografia/de “l’Italia Libera”/strappava alla lotta clandestina/Leone Ginzburg/italiano/per passioni di risorgimento/europeo/di pensiero e d’ideali/era nato ad Odessa il IV.IV.MCMIX/morì a Regina Coeli/vittima del terrore nazista/il V.II.MCMXLIV/viva la sua memoria/nel cuore di chi spera e/combatte/per una giusta libertà”.