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Le annessioni italiane in Slovenia e Dalmazia 1941-1943. Questioni interpretative e problemi di ricerca di Raoul Pupo pubblicato su Italia Contemporanea n. 243 , giugno 2006

Il saggio analizza le principali questioni sollevate dallo studio delle annessioni compiute dall’Italia durante la seconda guerra mondiale a danno della Jugoslavia. La ricostruzione dei passaggi attraverso i quali si arrivò alla determinazione dei nuovi confini mette in luce come le conquiste italiane furono un sottoprodotto della vittoria tedesca: il coronamento delle ambizioni balcaniche dell’Italia avvenne quindi nel segno della subalternità alla Germania. Lo iato esistente fra le ambizioni di potenza italiane e le reali possibilità economiche, d’influenza politica e di capacità militare dello Stato fascista, generò una serie di contraddizioni insanabili: fra italiani e tedeschi, fra italiani e Stato indipendente croato, tra responsabili della politica estera e comandi militari italiani, fra autorità militari e civili italiane nei territori occupati. L’articolo prende in esame i progetti che stavano alla base dell’annessione della provincia di Lubiana e della Dalmazia, rimarcandone parallelismi e differenze: il loro completo fallimento non esime infatti dall’esplorare le articolazioni del disegno di dominio fascista. Nel far ciò, vengono discussi problemi quali le politiche di italianizzazione — anche in rapporto alle precedenti esperienze della Venezia Giulia —, i rapporti fra gli occupanti e le forze collaborazioniste slovene, croate e serbe, la strategia del movimento di liberazione jugoslavo e le modalità di repressione italiane. Nel caso della Dalmazia vengono approfonditi in particolare il ruolo svolto dalle organizzazioni fasciste e dall’istituzione scolastica nell’ambito del disegno di integrazione accelerata delle nuove province alla realtà italiana.


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