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La riforma della Carta delle Nazioni Unite del 1963-1965 di Agnese Canevari pubblicato su Italia Contemporanea n. 244 , settembre 2006

Il saggio analizza la riforma delle Nazioni Unite del 1963-1965 relativa all’allargamento del Consiglio di sicurezza (da 11 a 15 membri) e del Consiglio economico e sociale (da 18 a 27 membri), realizzata grazie alle peculiari condizioni internazionali degli anni sessanta. A partire dalle origini delle Nazioni Unite, vengono brevemente delineate le premesse storico-politiche e gli elementi giuridico-istituzionali che stanno alla base dell’esigenza di riforma, nonché il processo di evoluzione dell’organizzazione quale reazione alla paralisi del Consiglio di sicurezza dovuta al reiterato uso del diritto di veto. All’inizio degli anni sessanta la decolonizzazione e l’avvio della distensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica costituirono le principali dinamiche del contesto internazionale che resero possibile nel 1963 l’approvazione degli emendamenti della Carta delle Nazioni Unite, divenuti effettivi nel 1965 dopo la ratifica da parte di due terzi degli Stati membri, compresi i cinque membri permanenti, come previsto dalle procedure dell’art. 108. Il saggio ricostruisce il dibattito politico della XVIII Assemblea generale del 1963: in questo contesto gli Stati afroasiatici richiesero un’equa rappresentanza negli organi delle Nazioni Unite ottenendo il supporto degli Stati latinoamericani, in contrapposizione ai membri permanenti che votarono contro l’allargamento dei consigli o si astennero. È poi analizzato nel contesto internazionale il difficoltoso percorso verso il successo della riforma, che in ultima istanza dipendeva dalla ratifica dei membri permanenti: nel 1964 si presentò un concreto rischio di crollo delle Nazioni Unite in seguito alla crisi politico-finanziaria aggravata dall’iniziativa degli Stati Uniti per l’applicazione dell’art. 19 e ulteriormente acuita dal recesso dell’Indonesia nel 1965. Ma durante il corso di quell’anno la situazione si capovolse e tutti i membri permanenti ritennero per opportunità politica di modificare la loro posizione consentendo l’entrata in vigore della riforma della Carta il 1° settembre 1965.


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