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    Mostra on line "Grosseto liberata. Storia di un lungo antifascismo e di una Resistenza breve in Maremma"

    GROSSETO
    lunedì 15 giugno 2020, ore 21:15

    Il 15 giugno l’Isgrec celebra il 76° anniversario della Liberazione della città di Grosseto con una mostra on line (https://grossetoliberata.weebly.com), “Grosseto liberata. Storia di un lungo antifascismo e di una Resistenza breve in Maremma”, dal taglio storico-divulgativo sugli eventi che portarono alla liberazione del capoluogo e, in poco più di due settimane, dell'intero territorio provinciale. In linea con un progetto di ricerca attualmente in corso, si è scelta una prospettiva allargata, nei tempi e negli spazi, interpretando singoli episodi della lotta di Liberazione, spesso già conosciuti e studiati, alla luce delle strategie belliche degli eserciti contrapposti, degli effetti della guerra totale sul territorio e sulla popolazione civile, dell’attività delle bande partigiane e del Comitato di Liberazione provinciale.

    La mostra raccoglie e rielabora materiali originali prodotti dall’Isgrec in 27 anni di attività e offre spunti ulteriori per l’approfondimento del contesto provinciale: documenti, fotografie, testimonianze edite e inedite. Di particolare interesse il materiale pressoché sconosciuto fino ad ora nel nostro territorio: la città ritratta nelle foto dei piloti americani di stanza a Grosseto dopo la Liberazione, le memorie del generale Clark, che ricostruiscono la storia della V Armata in Maremma, le memorie del ten. col. Hamilton, a capo dell'Amministrazione militare alleata nella nostra provincia.

    La Maremma vive una Resistenza breve e intensa, che inizia già all'indomani dell'8 settembre, per concludersi nel giugno del 1944. Il lavoro dell'Isgrec prende le mosse dal legame strettissimo fra l'antifascismo di lunga durata e la formazione delle bande partigiane, due fenomeni distinti ma connessi, di reti di relazioni che parzialmente si sovrappongono, seppur in un intervallo temporale dilatato. Nella provincia di Grosseto, infatti, l'opposizione al fascismo trapela dalle carte della polizia politica e dalle schedature dei sovversivi, dalle numerose condanne al confino, dalla propaganda antiregime, che nel corso degli anni si accentua. La memorialistica che il secondo dopoguerra ci ha consegnato è un susseguirsi di nomi di antifascisti perseguitati, di "sovversivi" incarcerati, di violenze perpetrate dai fascisti a loro danno, in alcuni casi fino a causarne la morte. Il fenomeno dell'emigrazione politica, soprattutto verso la Francia, aveva allontanato alcuni antifascisti, i partiti sciolti dal regime erano parzialmente sopravvissuti nella clandestinità.

    Grosseto ha i suoi martiri antifascisti già prima che si possa parlare di Resistenza in Maremma: Etrusco Benci, perseguitato dal regime, dapprima esule in Francia, poi resistente in Belgio, fucilato il 12 giugno 1943 dai nazisti nel tiro a segno nazionale di Bruxelles insieme a più di 200 patrioti belgi, medaglia d'oro alla memoria. Italo Ragni, anarchico attenzionato dal regime, espatriato per lavoro in Francia, volontario in Spagna nel 1936 nella colonna Rosselli, internato dapprima nel campo francese a Gurs e poi a Mauthausen, dove morirà il 6 maggio 1941. Altro nome simbolo della lunga durata dell'antifascismo locale è quello di Vittorio Alunno, che nell'agosto 1937 salpò con Angelo Rossi (Trueba), Luigi Amadei, Pietro Aureli e Italo Giagnoni dalle spiagge maremmane su una barca in direzione della Corsica per poi raggiungere la Spagna, dove morì combattendo nel febbraio del 1938. L'occupazione tedesca e le violenze della Repubblica sociale approfondirono il dissenso della popolazione e crearono le condizioni per la formazione di bande e per forme diffuse di Resistenza civile.

    Proprio a Vittorio Alunno, a prova della sostanziale continuità fra opposizione al regime e Resistenza, sarà intitolata la Banda operante nel Comune di Grosseto, che difese il capoluogo dall'ultimo assalto tedesco il 15 giugno 1944, per poi innalzare una bandiera bianca e rossa, segnale per le truppe americane dell'avvenuto sgombero dai nemici del centro cittadino. I fatti di quella mattina sono noti, poco aggiungono alla narrazione che ne fa Aristeo Banchi nelle sue memorie le poche fonti che via via la ricerca ha rintracciato. Rimane come peculiarità del territorio la stretta collaborazione tra il Comitato di Liberazione Provinciale e l'Amministrazione militare alleata, che avrebbe contribuito a risollevare Grosseto dalle devastazioni di una guerra totale che non aveva risparmiato niente e nessuno.

    Tipologia: Eventi e News. Istituti associati. Mostra. Ricorrenze.

    Notizia inserita da: Istituto storico grossetano della Resistenza e dell'età contemporanea

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