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Gli orfani del duce. I fascisti dal 1943 al 1946 di Andrea Mammone pubblicato su Italia Contemporanea n. 239-240 , giugno-settembre 2005

Il neofascismo italiano, quanto meno come stato psicologico, nasce e si sviluppa a partire dal 1943. Esso trova la sua naturale rappresentazione politica e parlamentare con la nascita del Movimento sociale italiano. Per tale motivo non si potrebbe comprendere il profilo dei militanti missini, il loro arroccamento ideologico, il mantenimento quasi maniacale della propria identità, la sorta di chiusura verso il mondo esterno, la mitizzazione continua dell’immagine di Mussolini, senza analizzare il periodo che va dall’armistizio dell’8 settembre 1943 fino alla nascita del partito nel dicembre 1946. Tale momento storico, caratterizzato da un intrecciarsi di sentimenti di fedeltà, solitudine e rivalsa, forgia infatti il popolo e gli ideali neofascisti. Si cercherà quindi di ricostruire tale periodo guardando esclusivamente a coloro che scelsero di non tradire il duce e di aderire alla Repubblica sociale italiana, tenendo in considerazione che la guerra, l’armistizio, l’esperienza repubblichina, il fascismo clandestino, i problemi dei reduci nel dopoguerra, le difficoltà dell’essere fascisti in un’Italia che fascista pretendeva di non esserlo più, influenzarono il Msi probabilmente più di quanto non abbiano influenzato altri partiti dell’arco costituzionale.


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