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"Tempo". Il settimanale illustrato di Alberto Mondadori 1939-1943 di Riccardo Lascialfari pubblicato su Italia Contemporanea n. 228 , settembre 2002

Le pagine che seguono intendono ricostruire alcuni aspetti legati alla vicenda del settimanale "Tempo", la rivista illustrata che il giovane Alberto Mondadori fondò a pochi mesi dall’inizio della seconda guerra mondiale e che diresse fino al crollo del fascismo (il primo numero esce il 1º giugno 1939). A soli venticinque anni, insieme a un primo nucleo di giovani intellettuali, tra cui Indro Montanelli, Carlo Bernard e Lamberti Sorrentino - decisivo sarà comunque il sostegno del padre Arnoldo che finanziò l’impresa intuendone il possibile tornaconto politico -, Alberto tentò la strada che certe pubblicazioni estere, il modello sarà l’americana "Life", stavano battendo già da qualche anno: la recente introduzione della stampa a rotocalco rendeva praticabile l’idea di un giornalismo agile, divulgativo, basato sull’impiego massiccio delle immagini e del colore. "Quello che si diceva con le foto non lo so si diceva con il testo" ricorderà Munari, che di "Tempo" curò l’impostazione grafica. Gli articoli e le immagini della guerra che si susseguono settimanalmente dai fronti, il linguaggio ideologico e simbolico adoperato, tipico della "cultura militare" con la quale il regime aveva bulicamente nutrito coloro che il fascismo - ebbe a sostenere Alberto - lo trovarono "già nato e cresciuto", il divario creato dalla propaganda sempre più invasiva del Minculpop tra la guerra immaginata e quella reale: tutto ciò fa sì che l’esperienza di "Tempo" - alla quale si è sempre accennato ma di cui quasi mai si è scritto - non solo si inserisca a pieno titolo nella delicata fase di passaggio - culturale e storica - in cui il mondo dell’editoria e del giornalismo vennero a trovarsi sul finire degli anni trenta, ma permetta anche specifiche riflessioni sulla spinosa questione storiografica riguardante il consenso degli intellettuali al fascismo e il loro più o meno scoperto "nicodemismo".


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