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L’esercito a Torino nelle agende del generale Emanuele Beraudo di Pralormo 1945-1950. Una storia militare locale? di Nicola Labanca pubblicato su Italia Contemporanea n. 250 , marzo 2008

La situazione di Torino nel periodo 1945-1950 dal punto di vista militare è eccezionalmente documentata nelle agende di lavoro del comandante militare territoriale di quegli anni. Il generale Emanuele Beraudo di Pralormo vi annotava infatti quotidianamente i propri impegni, la propria attività e — aspetto assai interessante — gli ordini e i documenti che gli giungevano da Roma: dal capo di Stato maggiore dell’esercito, dal capo di Stato maggiore della Difesa, dal ministro, dal governo. È possibile in tal modo rileggere sulla base di una documentazione nuova la storia della politica militare italiana del dopoguerra: le grandi linee dell’impegnativa ‘ricostruzione’ dell’esercito, gli elementi essenziali della pianificazione per la guerra esterna e contro le minacce interne all’ordine pubblico, l’infiltrarsi della Guerra fredda dentro le forze armate e le contrastanti reazioni della società militare, proveniente dal fascismo, all’affermarsi della democrazia. Alcuni passi di questa inedita documentazione gettano una nuova luce persino sui primi passi delle collaborazioni istituzionali — a fini interni — fra istituzioni militari e civili armati, che potrebbero essere collocati alle origini di strutture note come Stay Behind o Gladio. L’interesse della documentazione sta anche nel fatto che il generale Emanuele Beraudo di Pralormo era un generale moderato, uomo delle istituzioni, e non politicamente schierato in maniera pregiudiziale. La rilevanza documentaria dei suoi appunti è poi moltiplicata dal fatto che, per quegli anni, non è ancora disponibile agli studiosi la documentazione degli uffici (a partire dal ministero della Difesa) che scrivevano dal centro alla periferia, e quindi anche a Pralormo. In tal senso la storia qui narrata di Torino e di Pralormo difficilmente può essere definita una storia locale.


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