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Laura Bordoni vince il Premio Pavone 2020

Scelta all’unanimità dalla commissione giudicatrice l’opera sulla Giustizia di transizione in Italia presentata dalla ricercatrice.

 

Laura Bordoni ha presentato, per il Premio Pavone 2020, la sua tesi di dottorato, discussa all’Università di Pavia, dal titolo  La “giustizia di transizione in Italia”: l’esperienza delle Corti  d’Assise Straordinarie lombarde (1945-’50)

Il lavoro si inserisce in un filone di studi, relativo alla punizione dei crimini fascisti repubblicani, che recentemente ha visto una ripresa di studi connessi alla definizione  di “giustizia di transizione”. Le ricerche sulle Corti d’Assise straordinarie sono peraltro ancora all’inizio, e la Bordoni aveva già partecipato a gruppi di studio e convegni sul tema. Il suo lavoro colma ora una lacuna relativa ad una delle regioni più significative  per questa tematica, le cui vicende sono tuttavia correttamente connesse dall’autrice al contesto nazionale. Si tratta quindi di una trattazione nuova e originale.

Il tema è complesso: necessita di buone competenze in materia giuridica e di  un corretto inquadramento storico, che consenta di andare oltre le poche, e spesso poco fondate, conclusioni cui era giunta la storiografia precedente l’ultima ripresa degli studi.  Bordoni riesce ad affrontarlo con sicurezza , ad analizzarlo in tutte le sue complesse sfaccettature, dimostrando una sicura padronanza degli strumenti della critica storica, e una buona conoscenza anche dei risvolti giuridici delle problematiche affrontate. L’impostazione metodologica è corretta e le consente di raggiungere significativi e innovativi risultati interpretativi, superando il giudizio liquidatorio che sulla punizione dei crimini fascisti era condiviso da buona parte  dalla precedente storiografia. Ne esce un quadro molto più mosso e variegato che, pur ribadendo il sostanziale fallimento delle politiche della punizione, è in grado di ricostruire convincentemente  le varie dinamiche che lo causano, i diversi soggetti – politici, magistrati, avvocati – coinvolti nelle politiche punitive, il sovrapporsi di atteggiamenti di sostanziale acquiescenza alle tesi difensive degli imputati e di obiettive carenze strutturali degli organismi preposti al giudizio dei crimini. Nella ricostruzione a tutto tondo di Laura Bordoni le variegate posizioni degli attori storici trovano una collocazione in grado di restituire tutta la complessità, ed anche la drammaticità, della dialettica politico-giudiziaria, con, sullo sfondo, le richieste di giustizia (anche sommaria) da parte di chi aveva subito gravi violenze negli anni dell’occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana.

L’ampiezza delle fonti utilizzate da Bordoni è veramente notevole. Suo merito, poi, è avere utilizzato, oltre alle sentenze e ai fascicoli processuali delle Corti, la documentazione prodotta dal Commissariato alla Giustizia del Comitato Lombardo del CLN – che le ha consentito di illustrare la dialettica fra pressione politica e risposta giudiziaria – e, quando disponibili, i fascicoli personali dei magistrati preposti alle Corti.

La bibliografia è aggiornata, e Bordoni dialoga sia con gli studi più recenti, sia con la storiografia più datata, in maniera approfondita e convincente.

Il lavoro è scritto con chiarezza, la narrazione scorre in maniera fluida e stimolante. In conclusione si tratta di una ricerca fondata su un’ampia utilizzazione di fonti archivistiche, una approfondita conoscenza della storiografia, un corretto approccio metodologico, che apporta un significativo accrescimento delle conoscenze storiche sul tema.

Per tali motivi la commissione giudicatrice all’unanimità dichiara il lavoro di Laura Bordoni vincitore del Premio Pavone 2020.

 

Milano, novembre 2020

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