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Abstracts della rivista

Abstract del numero 223, giugno 2001
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  • David Bidussa Drieu La Rochelle. Avventura e sventura della politica in un homme de lettres pubblicato sul numero 223 di Italia contemporanea, giugno 2001 Abstract: La scrittura letteraria e saggistica di Pierre Drieu La Rochelle (1893-1945) costituisce un indicatore ricco per individuare ed evidenziare la genesi e la strutturazione del lessico politico della destra nel corso del Novecento. Scopo di questo studio è quello di considerare il modo e i temi che danno corpo a quel lessico: la figura della donna, la questione della decadenza, i contenuti dell’immaginario politico che sono sottesi all’idea di Europa, l’esaltazione di una comunità di cavalieri antimoderni, il disprezzo della politica come terreno del pubblico confronto che permetta ai subalterni di avere diritto di parola, il rifiuto dello "slavo" come "barbaro" e allo stesso tempo l’esaltazione della sua indifferenza e incorruttibilità rispetto alle sirene della tecnica e dell’americanizzazione. Sono questi alcuni dei motivi e dei costrutti culturali che costituiscono la cifra della scrittura pubblica di Drieu e che allo stesso tempo delineano la fisionomia di una comunità politica che, senza cadere nel fascino del mito del maledetto di Céline, ha il cuore della sua genealogia culturale e argomentativa nelle pagine di Drieu.


  • Patrizia Guarnieri Piccoli, poveri e malati. Gli ambulatori per l’infanzia a Roma nell’età liberale pubblicato sul numero 223 di Italia contemporanea, giugno 2001 Abstract: Madri e bambini sono stati sia oggetti prescelti dalla carità tradizionale, sia una priorità del welfare system. Nel movimento internazionale per la tutela dell’infanzia, anzitutto indirizzato contro la mortalità infantile, strategie ed esiti differiscono da paese a paese, come hanno mostrato gli studi comparativi della recente storiografia. Ancora ampiamente da indagare, con le sue varietà e peculiarità, è il caso dell’Italia, dove l’assistenza alla maternità e all’infanzia è di solito sbrigativamente associata all’Onmi, mentre assai poco sappiamo delle numerose iniziative che la precedettero e che da essa vennero rilevate. Di queste furono spesso promotori, tra Otto e Novecento, i nuovi specialisti i quali, per lo più convinti di compiere una missione sociale, erano determinati ad affermare che per l’infanzia occorre una medicina diversa da quella per gli adulti. Qui si esamina il caso romano, dove il confronto, ancora attuale, tra sistema ospedaliero e sistema ambulatoriale fu più serrato che altrove: da un lato il Bambino Gesù, primo ospedale pediatrico della penisola, di proprietà del Vaticano, dall’altro il pionieristico ambulatorio fondato da Angelo Celli in Trastevere, e altri nei quartieri popolari della capitale. Problemi nodali in gioco erano: cronicità e prevenzione; età di ammissione (oltre i 2 anni in ospedale, per 3 mesi di degenza media); allontanamento dalla, o assistenza nella, famiglia; formazione dei medici e spese sanitarie. Su tali dibattiti e vicende incisero alcune questioni sullo sfondo, che da esse ricevono nuova luce: le tensioni tra Stato e Chiesa, il ruolo dell’università, il rinnovamento legislativo e di mentalità, il movimento femminile cattolico e laico, la maggiore sensibilità verso l’infanzia in quello che venne perciò chiamato anche "il secolo dei bambini".


  • Andrea Campana Studiosi toscani dell’Estremo Oriente fra Otto e Novecento pubblicato sul numero 223 di Italia contemporanea, giugno 2001 Abstract: Il saggio ricostruisce le vicissitudini dei primi studiosi toscani delle lingue e civiltà di Giappone e Cina, nell’ambito di un più generale discorso su quella "singolare fioritura" degli studi orientali che interessò la Toscana nell’Ottocento. L’argomento specifico è pressoché inedito nel panorama dei pochi lavori sui pionieri italiani dell’orientalistica, e questo studio fornisce un ampio apparato critico e bibliografico in merito a una sua collocazione storica. In esso sono esplorate le origini e i motivi che portarono alla creazione a Firenze della prima cattedra italiana di Lingue e letterature dell’Estremo Oriente (Antelmo Severini, 1864), e tratta della successiva nascita della vivace scuola che organizzò il grande Convegno internazionale dell’orientalismo, tenutosi in Palazzo Medici Riccardi nel 1878. Vengono sottolineati, in particolare, il vincolo scientifico e personale che legò gli studiosi fiorentini con le istituzioni di alta educazione di Parigi, città all’avanguardia in Occidente negli studi orientali, e gli sforzi associazionistici che portarono alla creazione della Società italiana degli studi orientali. Vi è ricostruita la storia della Stamperia medicea orientale, che, entrata in possesso del Regio istituto di studi superiori fiorentino, servì da insostituibile strumento di lavoro (con i caratteri orientali acquistati dalla Francia) negli anni di maggior fulgore della scuola. Il lavoro, infine, delinea i motivi (secolarizzazione del Collegio asiatico di Napoli nel 1888) e i modi (mancato adattamento a Firenze del successore di Carlo Puini, Giovanni Vacca) del declino che portò dopo il 1923, all’estinzione degli studi su Giappone e Cina nell’ateneo fiorentino.

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