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Abstracts della rivista

Abstract del numero 264, settembre 2011
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  • Matteo Ermacora L'inizio della fine. Nazisti e civili in fuga dal Reichsgau Wartheland, gennaio-marzo 1945 pubblicato sul numero 264 di Italia contemporanea, settembre 2011 Abstract: L’articolo analizza la fine del dominio nazista nel Wartheland, territorio della Polonia occidentale incorporato nel Terzo Reich nel 1939. Il Gauleiter Arthur Greiser promosse la germanizzazione dell’area mediante il trasferimento dei Volksdeutsche, l’espulsione dei polacchi e lo sterminio degli ebrei. Nel 1945 l’avanzata dell’Armata rossa nel Wartheland determinò una vasta migrazione forzata; vengono analizzati i piani predisposti per l’evacuazione della popolazione, il loro carattere ideologico-propagandistico, le direttrici e le modalità di fuga dei civili. Attraverso l’analisi delle relazioni che i funzionari locali inviarono alla cancelleria del partito nazista, vengono ricostruite la fallimentare mobilitazione della Volkssturm, il cinismo e l’irresponsabilità di Greiser e la dissoluzione dell’amministrazione nazista. La fuga dei profughi tedeschi fu inasprita dalla violenza sovietica, dalla concomitante ritirata della Wehrmacht e dall’ostilità dei polacchi; non meno difficile si rivelò l’assistenza dei profughi nel Reich, dove furono accolti con diffidenza.

    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - L’inizio della fine. Nazisti e civili in fuga dal Reichsgau Wartheland, gennaio-marzo 1945


  • Bianca Pastori Resistenza, rappresaglia e memoria di paese. Robecco sul Naviglio, 20 e 21 luglio 1944 pubblicato sul numero 264 di Italia contemporanea, settembre 2011 Abstract: Il 20 e 21 luglio 1944, in seguito all’uccisione di un soldato tedesco da parte di un gruppo di giovani partigiani, il piccolo paese di Robecco sul Naviglio (Milano) e le campagne circostanti subiscono una dura rappresaglia. Nel saggio l’autrice ripercorre le vicende di quelle giornate e la strutturazione della memoria dei fatti nel corso dei decenni successivi. Apparentemente il paese reagisce seguendo uno schema rintracciabile in analoghi casi di rappresaglia contro la popolazione civile nel corso della seconda guerra mondiale in Italia, dando vita a una memoria non perfettamente in linea con quella nazionale e istituzionale, specialmente per quanto riguarda la valutazione del ruolo dei partigiani. Eppure, anche attraverso l’intervento delle istituzioni locali (le amministrazioni comunali e la Chiesa), la comunità giunge, nel dopoguerra, a una narrazione condivisa; essa è parziale, reticente e semplificata, ma, contribuendo a confermare il senso di coesione interno al paese, riesce a impedire il verificarsi di lacerazioni simili a quelle riscontrate altrove.

    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - Resistenza, rappresaglia e memoria di paese. Robecco sul Naviglio, 20 e 21 luglio 1944


  • Paolo Zanini Italia e Santa sede di fronte ai disordini del 1929 in Palestina pubblicato sul numero 264 di Italia contemporanea, settembre 2011 Abstract: La Rivolta araba dell’agosto 1929 costituì una svolta nella storia della Palestina mandataria. Essa, però, appare interessante anche per valutare l’atteggiamento cattolico nei confronti del sionismo. In Italia, dove quei fatti ebbero grande eco, si cercò di riproporre un ruolo nazionale nella regione, sfruttando il fattore religioso. Simili tentativi, che raccolsero il consenso di importanti ambienti cattolici e del governo, non riuscirono a far breccia presso la Santa sede ove altri e diversi erano i timori generati dalla rivolta del 1929, attorno a cui i principali rappresentanti vaticani nella regione, Barlassina e Valeri, elaborarono valutazioni diverse. Barlassina vide nella rivolta e nel massacro di Hebron la reazione degli arabi alle prepotenze dei sionisti; Valeri, pur contrario agli obiettivi del sionismo, ritenne che ogni radicale ripresa del nazionalismo arabo fosse pericolosa per gli interessi cattolici. La rivolta del 1929, così, appare un avvenimento attraverso cui leggere le diverse sensibilità esistenti tra le frange più nazionaliste del cattolicesimo e la politica della Santa sede e, al tempo stesso, per valutare le differenti posizioni presenti all’interno della gerarchia cattolica rispetto alla questione della Palestina.

    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - Italia e Santa sede di fronte ai disordini del 1929 in Palestina


  • Camilla Poesio Il confino ’da fuori’: le donne degli antifascisti. Con un'intervista a Giovanni Marturano pubblicato sul numero 264 di Italia contemporanea, settembre 2011 Abstract: Il saggio affronta il tema del confino politico in Italia durante il fascismo da un punto di vista nuovo, quello di chi ebbe conoscenza del confino in modo indiretto, in quanto parente di antifascisti confinati. Se in generale è esigua la produzione scientifica sull’esperienza del confino politico, essa è del tutto assente su questa esperienza, vissuta da migliaia di persone, per lo più donne. Costoro patirono da fuori la condizione del confino, in termini non solo umani, ma anche sociali (finendo per essere isolate nella comunità in cui vivevano) ed economici (essendo private, nella maggior parte dei casi, dell’unica fonte di reddito della famiglia). Dall’intervista emerge come Giovanna Marturano - testimone ormai centenaria e politicamente impegnata per tutta la vita, figlia di una confinata politica, fidanzata e poi moglie di Pietro Grifone, anch’egli confinato a Ventotene - abbia vissuto la persecuzione e la violenza, anche fisica, che il fascismo le fece subire tramite il confino politico dei suoi cari.

    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - Il confino ’da fuori’: le donne degli antifascisti. Con un intervista a Giovanni Marturano


  • Giovanni Cavagnini Patriota, vescovo, scienziato: il cardinal Maffi ricordato, 1931-2008 pubblicato sul numero 264 di Italia contemporanea, settembre 2011 Abstract: Nel 1931 morì il cardinale arcivescovo di Pisa Pietro Maffi, apprezzato astronomo, patrono del movimento cattolico, di accesi sentimenti nazionali. La sua figura, che godette di grande prestigio tra laici ed ecclesiastici, è ancora presente nel discorso pubblico dei cattolici italiani. Dagli anni trenta a oggi, i cultori della memoria di Maffi ne hanno evidenziato di volta in volta gli aspetti della vita e della personalità più idonei alle esigenze politiche ed ecclesiologiche del momento: ai funerali, l’opera patriottica svolta durante la prima guerra mondiale; nel centenario della nascita (1958), la fiera opposizione alle sinistre; nel cinquantenario della scomparsa, l’atteggiamento aperto nei confronti della scienza; nel centocinquantesimo della nascita, l’azione caritatevole in favore dei diseredati. Apparentemente diversissime, queste commemorazioni hanno in comune l’obiettivo della ricristianizzazione della società - che fin dalla rivoluzione francese assilla l’istituzione ecclesiastica - e testimoniano della politica della memoria promossa dalla Chiesa.

    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - Patriota, vescovo, scienziato: il cardinal Maffi ricordato, 1931-2008


  • Fabio Todero Ritorneranno? Appunti sui dispersi della Grande guerra pubblicato sul numero 264 di Italia contemporanea, settembre 2011 Abstract: Il saggio affronta il tema dei soldati dispersi nella prima guerra mondiale, per svariate ragioni non ancora analizzate a fondo dalla storiografia. Un insieme di norme, varate già in seguito alle campagne coloniali italiane, prevedeva degli interventi a favore delle famiglie dei soldati dispersi, mentre alla fine del primo conflitto mondiale fu compiuto uno sforzo notevole per la ricerca e l’identificazione delle salme rimaste senza nome. Nonostante l’esaltazione del Milite ignoto, tuttavia, la questione non si risolse. Su di essa, troppo contigua a quella della prigionia, non di rado confusa con quella della diserzione, e considerata perciò poco consona alla costruzione del mito della Grande guerra - base e nutrimento del bagaglio simbolico e ideologico del fascismo - per lunghi anni il regime proiettò un’ombra di silenzio. Il lutto si prolungò così nel tempo, fino a rinnovarsi tragicamente con le nuove perdite causate dal secondo conflitto mondiale, specialmente nella campagna di Russia: il problema dei soldati dispersi tornò allora prepotentemente alla ribalta.

    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - Ritorneranno? Appunti sui dispersi della Grande guerra


  • Dario Ansel Nazionalismo politico e nazionalismo sindacale nei Paesi Baschi, 1911-1936 pubblicato sul numero 264 di Italia contemporanea, settembre 2011 Abstract: Il saggio prende in esame il complesso rapporto fra il Partido nacionalista vasco (Pnv) e l’organizzazione sindacale di riferimento del movimento nazionalista in Euskadi, Solidaridad de obreros vascos (Sov), dal 1933 Solidaridad de trabajadores vascos (Stv). Sulla base dell’esame di fonti a stampa e fonti archivistiche, l’autore pone una serie di interrogativi volti a indagare la reale natura delle relazioni fra nazionalismo politico e nazionalismo sindacale dal 1911, anno della fondazione di Sov, sino allo scoppio della guerra civile, nel 1936. La tesi di fondo è che, nonostante la stretta dipendenza che caratterizzò la relazione partito-sindacato durante gli anni dieci, a partire dai primi anni venti e in particolare durante la Seconda Repubblica (1931- 1936), l’organizzazione operaia nazionalista si affrancò progressivamente dalla tradizionale tutela esercitata dal Pnv. Nel corso degli anni trenta, Sov-Stv si trasformò in un moderno sindacato di massa e fu interessata da un intenso processo di radicalizzazione classista che contribuì alla definizione di un’identità sindacale e politica autonoma.

    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - Nazionalismo politico e nazionalismo sindacale nei Paesi Baschi, 1911-1936







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