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Due compagnie per una bandiera. La ripresa dell'aviazione commerciale italiana, luglio 1943-settembre 1946 di Marco Delfiol pubblicato su Italia Contemporanea n. 231 , giugno 2003

Partendo da una rapida panoramica sulla nascita, sviluppo e impiego in guerra dell’aviazione commerciale italiana, il saggio analizza in dettaglio le vicende che fra il 1943 ed il 1946 hanno caratterizzato la rinascita di questo settore. Contrariamente a quanto avvenuto in altri paesi, nel secondo dopoguerra in Italia si è assistito al completo smantellamento delle società di trasporto aereo del periodo prebellico. Al loro posto vennero costituite ben due nuove società a partecipazione statale, formate l’una con capitale americano (Linee aeree italiane), l’altra con capitale inglese (Alitalia). Si trattò di una scelta fallimentare sul piano economico come su quello operativo: lo Stato italiano fu costretto a finanziare sia la liquidazione delle vecchie compagnie aeree (ex Ala littoria e Lati), sia la costituzione delle nuove; nella gestione pratica le due società si ritrovarono in concorrenza e sottodimensionate per poter reggere il confronto internazionale, e nel giro di dieci anni la loro fusione nella Alitalia Linee aeree italiane si rivelò una scelta obbligata. Attraverso una ricca documentazione archivistica, il saggio fornisce una primissima ricostruzione dei retroscena di questa vicenda, a partire dai numerosi personaggi che vi presero parte. Innanzitutto il generale Pietro Piacentini - l’unico ministro dell’Aeronautica che tentò di impostare una razionale ripresa dell’aviazione commerciale -, il personale superstite delle vecchie società riunito in chiassose assemblee e in un sindacato debole, infine il direttore generale dell’Aviazione civile che, con il suo dubbio comportamento, ostacolò la rinascita delle vecchie compagnie per appoggiare la costituzione del gruppo italoamericano e diventarne il direttore generale.


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