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I Partigiani della pace in Italia 1948-1953 di Giulio Petrangeli pubblicato su Italia Contemporanea n. 217 , dicembre 1999

Il saggio analizza l’esperienza italiana dei Partigiani della pace, un movimento pacifista internazionale originale e composito, sviluppatosi durante la prima fase della "guerra fredda", che la storiografia ha generalmente sottovalutato o declassato a fenomeno strumentale, generato e guidato dal blocco comunista. Privilegiando l’ottica interna, grazie anche all’utilizzo delle carte di Emilio Sereni — animatore e guida del Comitato italiano —, l’autore ricostruisce i rapporti con i partiti comunista e socialista nonché le attività culturali e politiche del movimento, caratterizzate da un problematico, a volte sofferto, ma in ogni caso intimo legame con il Pci e con l’Unione Sovietica. Stretti tra dipendenza ideologica e organizzativa dai partiti della sinistra e desiderio di autonomia, i Partigiani della pace rappresentano comunque una significativa risposta ‘di massa’ alla escalation della crisi internazionale, culminata nella costituzione del Patto atlantico e intensificata dalla guerra di Corea. Accanto alla condanna politica della divisione del mondo in blocchi contrapposti e del pericolo di uno sbocco militare, il movimento svolse una battaglia più propriamente culturale ed etica contro la nuova, terribile e risolutiva prospettiva della guerra atomica. La novità e l’originalità delle lotte pacifiste contro la bomba atomica e più in generale contro il "pericolo di una nuova guerra" favorirono la diffusione di una prassi politica non rivolta ad una specifica classe sociale, ma aperta a problematiche di ampio respiro, che coinvolgevano — per dirla con uno slogan dell’epoca — "le sorti dell’umanità stessa". La partecipazione di personaggi del mondo artistico, letterario e scientifico ad iniziative e manifestazioni del movimento permise inoltre a quest’ultimo di far presa su larghi e differenziati strati sociali e di assumere un carattere di massa sin dai suoi esordi.


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