I processi per i crimini di guerra tedeschi in Italia
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia
collana a cura di Marco De Paolis e Paolo Pezzino
Coordinamento editoriale della collana: Isabella Insolvibile
Edita da Viella
Nell’immagine: Primo anniversario della strage di Sant’Anna di Stazzema (dal sito “Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia”)
La difficile giustizia
I processi per crimini di guerra tedeschi in Italia 1943-2013
Pubblicazione: Ottobre 2016
Sinossi (dal sito dell’editore): Al termine del secondo conflitto mondiale, l’individuazione degli autori dei gravi crimini commessi durante l’occupazione tedesca in Italia contro le popolazioni civili rimase circoscritta a pochi casi eclatanti: gli Alleati abbandonarono il progetto di punire i massimi responsabili delle forze armate tedesche in Italia, e gli italiani, a parte poche condanne (Kappler per le Fosse Ardeatine, Reder per Marzabotto e altri eccidi), ben presto posero fine a quella stagione processuale. Una nuova se ne aprì invece dopo la scoperta, nel 1994, di quello che una felice intuizione giornalistica definì l’“armadio della vergogna”: in realtà una stanza di Palazzo Cesi, a Roma, sede della Procura generale militare, in cui erano conservati centinaia di fascicoli giudiziari sui crimini di guerra commessi sulla popolazione italiana tra il 1943 e il 1945, illegalmente archiviati dal procuratore generale militare nel 1960.
Ragion di Stato, protezione dei criminali di guerra italiani, culture militari poco sensibili al tema della difesa dei civili in guerra, e attente a proteggere in ogni caso l’immunità dei combattenti in divisa: queste alcune delle cause di una giustizia limitata, tardiva e quindi negata.
Sant’Anna di Stazzema
Il processo, la storia, i documenti
Pubblicazione: Ottobre 2016
Sinossi (dal sito dell’editore): Il 12 agosto 1944 le SS della 16a Divisione corazzata granatieri si resero responsabili nel piccolo borgo di Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca, di uno dei più gravi massacri indiscriminati di popolazione civile durante l’occupazione tedesca.
Il processo per l’eccidio, celebrato ad oltre sessanta anni dai fatti presso il Tribunale militare di La Spezia, è divenuto il simbolo della nuova e singolare stagione giudiziaria relativa alle stragi nazifasciste compiute in Italia tra il 1943 e il 1945, apertasi all’inizio del nuovo millennio.
L’indagine e il processo, oltre a rappresentare una importante svolta giudiziaria per le innovazioni nella metodologia delle indagini e nella giurisprudenza, hanno fornito preziosi materiali agli storici, attraverso l’acquisizione di documenti e testimonianze inedite, che hanno consentito di comprendere, meglio di quanto non fosse stato possibile prima, ciò che era avvenuto quel 12 agosto 1944. Al termine delle indagini furono pronunciate dieci condanne all’ergastolo. Nessuna di esse è stata eseguita.
Credo che dopo 75 anni sia opportuno mettere la parola fine a processi che servono solo a rinfocolare odio tra italiani. Se questo non vi sembra possibile, proporrei di aprire un’inchiesta sulla morte di Cesare per mano di Bruto.
Gentilissimo,
grazie per il commento.
La invitiamo a leggere con attenzione tanto il titolo del post quanto le sinossi dei due volumi, riportate nello stesso.
Qualora rimanesse ancora della sua opinione, una lettura dei due libri in questione potrebbe essere di ulteriore aiuto.
Cordialmente