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Il socialismo fabiano di Barbara Wootton di Alberto Castelli pubblicato su Italia Contemporanea n. 241 , dicembre 2005

Il presente studio si propone di esaminare fino a che punto le opinioni politiche dei primi fabiani abbiano influenzato le idee di una esponente rappresentativa della cultura laburista dominante negli anni trenta come l’economista Barbara Wootton. Attraverso questo esame, sarà possibile contribuire a precisare come debba essere valutato il debito intellettuale dei laburisti nei confronti del fabianesimo durante gli anni trenta. Le proposte politiche di Barbara Wootton si fondano su un impianto di derivazione fabiana. In primo luogo, ella accetta dai fabiani l’idea che il socialismo sia compatibile con le istituzioni democratiche britanniche e che sia possibile realizzarlo conquistando la maggioranza in parlamento attraverso normali elezioni. In secondo luogo, la Wootton è convinta, come i fabiani, che il cambiamento della società debba essere radicale, ma avvenire in modo graduale. Questo implica il rifiuto di qualsiasi politica fondata sulla lotta di classe e l’idea che i socialisti debbano proporsi come difensori degli interessi della comunità intera. Infine, la Wootton e i fabiani condividono l’idea che il governo debba essere posto nelle mani di esperti selezionati in base alle loro abilità tecniche, perché solo così sarà possibile evitare gli sprechi e le ingiustizie tipiche della società capitalista. Nel pensiero della Wootton è, invece, assente un altro caposaldo del fabianesimo: la fiducia, di stampo positivista spenceriano, nel continuo e inarrestabile progresso della civiltà verso un assetto sociale ordinato e razionale. Il saggio pone anche in evidenza quale idea di società egualitaria abbia elaborato la Wootton, influenzata questa volta non dai fabiani, ma da intellettuali a lei contemporanei come Tawney e Hobson.


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