Rigurgiti di fascismo toponomastico: l’idroscalo di Orbetello intitolato a Italo Balbo
di Chiara Nencioni
Il fascismo è indigesto, come la peperonata. Il fascismo crea rigurgiti, come la peperonata. Ma il fascismo non è mai buono, a differenza della peperonata.
Uso il riso amaro per non piangere, inveisco scherzando di fronte alla notizia di due giorni fa che proviene da un comune della maremma toscana.
Siamo a Orbetello, città lagunare nella parte meridionale della provincia di Grosseto. Comune non bello, ma in posizione geograficamente strategica per accedere a quella meta chic di turismo che è l’Argentario.
Comune ormai storicamente di destra. L’attuale sindaco, Andrea Casamenti, candidato del centro destra, era già stato eletto per tale ruolo nella legislatura 2016-2021 e, in precedenza, già quattro volte era stato Consigliere negli schieramenti di centrodestra, ricoprendo anche la carica di Assessore in due passate legislature.
Ed è proprio qui che il fascismo ha fatto sentire di nuovo la sua voce, gridando il nome di Italo Balbo: il 9 marzo è stata approvata a maggioranza (le opposizioni – la lista civica ‘Alternativa’- sono uscite dall’aula) dal consiglio comunale una mozione per intitolare l’ex idroscalo al trasvolatore Italo Balbo, comandante e pilota nella prima missione aerea transatlantica Orbetello-Rio de Janeiro.
E fin qui, voi direte, che c’è di male? È una figura di spicco di quel territorio. Eh no, c’è di male, di malissimo che Italo Balbo è stato fascista, anzi fascistissimo. Subito iscritto al PNF, fu uno dei quadrumviri della Marcia su Roma diventando in seguito comandante generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e sottosegretario all’economia. Nel 1929 assunse l’incarico di ministro della Regia Aeronautica e nel 1934 quello di governatore della Libia.
Ecco chi era questo Carneade!
Ma in Italia non ha più vigore la legge Scelba (legge 20 giugno 1952, n. 645) che prevede il reato di “apologia del fascismo”? Essa all’articolo 4 sanziona chiunque «chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». E Balbo non è forse inequivocabilmente un esponente del fascismo?
Sono così ignoranti i 12 esponenti della lista Patto per il Futuro che hanno votato compatti – 12 favorevoli su 12 – per dare il nome di ‘Italo Balbo aviatore’ al parco? Assolutamente no … Diciamo piuttosto che per loro è in titolo di vanto che Balbo nel 1929 persuase l’ingegnere Marchetti a mettere a punto per l’impresa della trasvolata oceanica gli idrovolanti S.55A e ad equipaggiare uno stormo creato ad hoc a Orbetello, quegli stessi idrovolanti che da lì partirono per la crociera transatlantica Italia-Brasile il 17 dicembre 1930, guidati personalmente da Balbo e dal suo secondo pilota Cagna alla volta di Rio de Janeiro dove arrivarono il 15 gennaio 1931. Alla “prima crociera aerea transatlantica di massa” seguì poi una seconda Orbetello-Chicago-New York-Roma (1° luglio – 12 agosto 1933).
Standing ovation a braccio destro alzato in laguna, dunque, e applauso al prode fascista!
Il sindaco Andrea Casamenti ha sottolineato che l’intitolazione avverrebbe per celebrare un momento importante della storia dell’aviazione e non per esaltare il periodo fascista in cui la spedizione aerea maturò e fu fatta, specificando che essa avrebbe motivi esclusivamente aviatori, “rigettando e respingendo con forza qualsiasi aspetto prettamente politico di quel periodo”.
Possiamo augurarci, in questo caso come in altri analoghi che spuntano come funghi velenosi, che la proposta di legge De Maria ed altri: “Introduzione dell’articolo 4-bis della legge 23 giugno 1927, n. 1188, in materia di divieto di intitolare strade, piazze e altri luoghi o edifici pubblici a esponenti del partito o dell’ideologia fascista” (3331), presentata il 20 ottobre 2021 dai deputati del Pd Andrea De Maria ed Emanuele Fiano e il capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro, continui il suo iter. Per ora stazione sui banchi della I Commissione Affari Costituzionali cui è stata affidata il 23 novembre 2021.
Nel frattempo il primo atto dell’intitolazione fascista ad Orbetello si è svolto, ora si attende il parere (temo scontato) della giunta comunale dopodiché sarà il prefetto di Grosseto ad autorizzare o meno l’intitolazione a Balbo dell’ex idroscalo.
E se non ci sarà un no, chissà che non pensino di celebrare il prossimo ottobre il centenario della marcia su Roma proprio all’idroscalo “Comandante Italo Balbo”?
Non ho parole e conto tanto su persone che sanno conoscono fatti e nomi perfettamente da evitare cose cosi’ assurde e far valere la legge
Mi perdoni, ma lei è stata troppo buona nel descrivere Italo Balbo. Balbo è stato, pagato dagli agrari locali, l’uomo che ha organizzato e guidato lo squadrismo agrario. Che ha picchiato, rubato, ucciso, violato ogni legge per distruggere il movimento braccianti. Balbo è l’uomo che ha dato la seconda chance al fascismo, sconfitto alle elezioni del ’19, stravinte dai socialisti. È molto altro ci sarebbe da dire…
e ha perfettamente ragione… ma sarei andata troppo oltre lo spazio lecito. Le segnalo che da ieri il nome di Italo Balbo è stato rimosso dai velivoli della Aeronautica militare
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2022/03/14/la-difesa-rimuove-il-nome-di-italo-balbo-dagli-aerei-di-stato-_95f8428c-c1bb-46ee-b7fb-69dead654999.html
Un piccolo passo. Speriamo che, dopo questo, anche Orbetello faccia marcia indietro!
Le segnalo anche questa iniziativa dell’Istituto Storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea.
(ON LINE nel sito http://www.isgrec.it e nella pagina facebook dell’Isgrec)
La recente approvazione da parte del Comune di Orbetello della mozione per intitolare il Parco dell’ex Idroscalo a Italo Balbo ha dato vita a una schematizzazione nel dibattito pubblico, con discutibili distinguo tra il “Balbo aviatore” e il “Balbo gerarca”. Di fronte a questa banalizzazione, l’Isgrec propone di ritornare a riflettere da una prospettiva storica su ruoli e responsabilità di Balbo all’interno della nascita e dello sviluppo dello Stato fascista, restituendo alla sua figura quella complessità appiattita da chi lo vorrebbe solo eroe dell’Aviazione.
Ne discutiamo venerdì 18 marzo alle ore 18 nel corso di un incontro on line dal titolo “Italo Balbo, tra mito e realtà” (ON LINE nel sito http://www.isgrec.it e nella pagina facebook dell’Isgrec) Paul Corner dell’Università di Siena e Andrea Baravelli dell’Università di Ferrara, curatore del recente volume “Il fascismo in persona. Italo Balbo, la storia e il mito”. Coordina Ilaria Cansella, Direttrice Isgrec.
Onore agli amministratori della città,nessuno al mondo più di S.E IL MARESCIALLO DELL’ARIA BALBO merita l’intitolazione dell’idroscalo,ha fatto conoscere Orbetello al mondo.
L’impossibilità di scindere la persona di Italo Balbo in due figure distinte, ovvero da un lato il gerarca e dall’altro l’aviatore, deriva anche dal fatto che il suo settennato alla guida dell’aeronautica – prima come sottosegretario e poi come ministro – fu funzionale sia alla promozione del regime che di sé stesso. La Regia Aeronautica aveva, infatti, una funzione propagandistica tutt’altro che secondaria.
Peraltro, questa “scissione” si basa anche, se non soprattutto, sul presupposto che sotto Balbo l’aeronautica avesse raggiunto una notevole efficienza grazie all’opera del suo comandante e al netto del suo essere un gerarca fascista. In altre parole, nel discorso pubblico sembra passare il messaggio di un Balbo che, dal 1926 – anno in cui assunse l’incarico di sottosegretario all’aeronautica -, si toglie la camicia nera per indossare l’uniforme, diventando un militare – un “tecnico asettico” – pure molto capace. Il ragionamento è fallace in primo luogo perché tutte e tre le forze armate e, nello specifico, i loro vertici, durante il Ventennio furono collusi con il regime. Tanto più una – l’aeronautica appunto – fondata dal fascismo stesso e al cui vertice si avvicendarono due alti esponenti del partito quali Aldo Finzi e Balbo, intervallati dalla gestione del generale Alberto Bonzani. In secondo luogo perché la presunta efficienza raggiunta dall’aeronautica sotto la guida di Balbo può essere ampiamente messa in dubbio, operazione che fra l’altro è già stata compiuta – almeno in parte – da Rochat alla fine degli anni Settanta.