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Convegno di studi internazionale

LA GRANDE ILLUSIONE

LA TRANSIZIONE DEL PRIMO DOPOGUERRA NELL’EUROPA ADRIATICA E DANUBIANO-BALCANICA (1918-1923)

Gorizia – Trieste 12-14 novembre 2018

Promosso da
Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli studi di Trieste.
Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea del Friuli Venezia Giulia.
Con il contributo della Fondazione CARIGO.
Con la collaborazione del Sistema bibliotecario giuliano

Comitato scientifico
Andrea Di Michele (Libera Università di Bolzano)
Patrick Karlsen (Università degli Studi di Trieste)
Borut Klabjan (European University Institute)
Georg Meyr (Università degli Studi di Trieste)
Raoul Pupo (Università degli Studi di Trieste)
Fabio Todero (Irsrec FVG)
Gianluca Volpi (Università degli Studi di Udine)

PROGRAMMA

Diplomazia – Gorizia, lunedì 12 novembre

Georg Meyr (Università degli Studi di Trieste), presiede.
Guido Franzinetti (Università degli Studi del Piemonte Orientale), discussant.

Mattina (11.00-13.00)
Rosario Milano (Università degli Studi di Bari Aldo Moro), Il problema
dell’egemonia nell’Europa orientale dopo il 1918.
Cesare La Mantia (Università degli Studi di Trieste), Piłsudski e il sogno della
Grande Polonia: contesto interno e internazionale.

Pausa pranzo (13.00-15.00)

Pomeriggio (15.00-16.30)
Balazs Juhasz (Eötvös Loránd University), Il ruolo diplomatico dell’Italia nella
formulazione ed esecuzione del Trattato di Trianon.
Francesco Caccamo (Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti – Pescara),
L’ascesa della Cecoslovacchia a potenza regionale in Europa centro-orientale.
Giulia Caccamo (Università degli Studi di Trieste), L’Italia e l’Europa orientale dal
Congresso dei popoli oppressi al Trattato di Roma.
Discussione

Occupazioni militari – Trieste, martedì 13 novembre

Sara Tonolo (Università degli Studi di Trieste), presiede.
Gianluca Volpi (Università degli Studi di Udine) (mattina), Joze Pirjevec
(Znanstveno-raziskovalno središče Koper – ZRS Koper) (pomeriggio), discussants.

Mattina (10.00-13.00)
Raoul Pupo (Università degli Studi di Trieste), Mare nostrum. Le occupazioni
militari nell’Adriatico orientale.
Stefan Wedrac (Österreichische Akademie der Wissenschaften), La nuova Austria,
il trattato di Saint-Germain e la questione dell’Alto Adige.
Stefano Santoro (AISSECO – Associazione Italiana Studi di Storia dell’Europa
Centrale e Orientale), La Romania e le occupazioni in Transilvania e Bessarabia.
Andrea Di Michele (Libera Università di Bolzano), L’Italia nello spazio austriaco.
Dalle “nuove provincie” a Vienna.
Discussione

Pausa pranzo (13.00-15.00)

Pomeriggio (15.00-17.30)
Erica Mezzoli (Università degli Studi di Trieste), La Grecia fra Balcani ed Egeo.
Bojan Mitrovic (Università degli Studi di Trieste), Il Regno SHS e le contrapposte
rivendicazioni con la Bulgaria, la Grecia, l’Austria e l’Ungheria.
Diego Abenante (Università degli Studi di Trieste), La Turchia dopo l’impero
ottomano: tra costruzione nazionale e identità religiosa.
Discussione

Conflitti civili – Trieste, mercoledì 14 novembre

Mauro Gialuz (Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età
contemporanea del Friuli Venezia Giulia), presiede.
Alberto Basciani (Università degli Studi Roma Tre), discussant.

Mattina (10.00-13.00)
Borut Klabjan (European University Institute; Znanstveno-raziskovalno spedišče
Koper), La violenza politica in Alto adriatico.
Marco Bresciani (Università di Verona), Una transizione tortuosa. L’Alto Adriatico
fra retaggi imperiali e impulsi nazionali (1918-1920).
Stefano Petrungaro (Università Ca’ Foscari Venezia), I conflitti sociali nell’Europa
balcanica.
Giulia Albanese (Università degli Studi di Padova), La brutalizzazione della
politica: una categoria storiografica in crisi?
Discussione

Pausa pranzo (13.00-15.00)

Pomeriggio (15.00-17.00)
Marina Rossi (Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età
contemporanea del Friuli Venezia Giulia), Finis Austriae! Gli ultimi giorni della
dominazione austriaca a Trieste e nelle province meridionali dell’impero.
Andrea Di Michele, presentazione del libro «Si scopron le tombe». Commemorare,
ricordare, evocare i caduti della Grande guerra, a cura di Fabio Todero e Luca G.
Manenti, Irsml FVG, 2018.


Le motivazioni e gli obiettivi

La grande illusione è il titolo di un celebre film che il regista francese Jean Renoir dedicò alla Grande guerra, mostrando, tra l’altro, quanto i conflitti armati e una delle loro conseguenze più dolorose come la prigionia, siano in palese contrasto con la dignità dell’uomo, al di là dell’appartenenza nazionale o sociale di quanti ne vengano colpiti.

Altrettante grandi illusioni furono gli innumerevoli trattati di pace con i quali, al termine delle operazioni militari, si tentò di restituire all’Europa – il cui ruolo usciva ridimensionato dalla potenza statunitense anche in sede diplomatica – e al mondo intero la pace perduta nel 1914. Quei trattati infatti – firmati in un arco di tempo che dal 1919 si estese alla metà degli anni Venti – non solo non riuscirono a risolvere questioni già aperte prima dello scoppio della Grande guerra, ma tentarono di semplificare situazioni estremamente complesse dal punto di vista della composizione etnica di territori da sempre caratterizzati dalla molteplicità e non di rado da una tutt’altro che pacifica convivenza tra gruppi nazionali diversi; spesso, infine, tali semplificazioni non furono estranee ai drammi che avrebbero caratterizzato il secondo conflitto mondiale.

Emblematico di questa situazione è il caso dell’area alto adriatica, travolta dalla crisi e dalla dissoluzione dell’Impero asburgico. In quanto area di confine caratterizzata dall’articolata composizione nazionale essa, pur nella peculiarità di ciascun contesto, aveva molti punti in comune con altri territori dell’area danubiana – dall’Austria alla Boemia, dall’Ungheria alla Bulgaria, dal nuovo Regno dei Serbi, Croati e Sloveni alla Romania – e con il contesto balcanico in generale, incluse l’Albania e la Grecia.

Il convegno internazionale La grande illusione. La transizione del primo dopoguerra nell’Europa adriatica e danubiano-balcanica (1918-1923), intende fare il punto su quanto accadde in tali realtà negli anni di passaggio che seguirono – e spesso non conclusero affatto – il conflitto, prendendo in considerazione l’area adriatica e quella danubiana, e avendo come arco cronologico il periodo compreso tra la fine delle operazioni militari e la firma dei diversi trattati di pace sottoscritti dai paesi che vi erano stati impegnati.

Grazie all’intervento di studiosi di diversi paesi, saranno così presi in esame, in ottica comparativa, temi di storia diplomatica, politica, sociale, culturale, a sottolineare quanto il 1914 costituisca un autentico spartiacque tra due ere della storia umana, mentre il 1918 avrebbe solo simbolicamente concluso una fase di conflitti che si protrassero ben oltre quella data o che percorsero altre strade, non esclusa quella delle guerre etniche ed ideologiche. Il convegno sarà tenuto a Trieste e Gorizia, due città per l’Italia simbolo di quel conflitto e delle vicende che lo seguirono.